Latte Trento: cala il prodotto, aumentano listini e fatturato. Tiene il reddito per i soci.
Nonostante l’aumento dei costi di energia e materie prime, Latte Trento sca archivia un bilancio molto soddisfacente. A fronte del conferimento dei soci diminuito del 4%, il fatturato è passato da 52 a quasi 63 milioni di euro (74 con la controllata Trevilatte). La carenza di prodotto in estate e autunno ha impennato i listini. Ai soci vanno 37,3 milioni di euro, pari a 0,68 euro al litro (4 centesimi in più per la lavorazione Trentingrana).
Latte Trento acquista lo stabilimento adiacente (di proprietà della cooperativa Risto 3) per ampliare la propria sede. Vi sarà installata la nuova centrale di produzione di vapore a cippato.
Scoppia il “caso” Trentingrana. Dopo le accuse di Latte Trento al consorzio di tenere troppo bassi i prezzi liquidati ai soci per la produzione di grana, il presidente di Concast Stefano Albasini chiarisce: abbiamo avuto un record di produzione, i prezzi sul mercato stanno risalendo gradatamente. Accorato appello di Simoni e degli assessori Tonina e Zanotelli a restare uniti e fare sistema.
Il bilancio è di soddisfazione, nonostante le ombre nere aleggiate sul settore soprattutto nella prima parte del 2022, con i costi dell’energia fuori controllo e l’aumento consistete di tutte le materie prime. Ma anche la chiusura di alcune stalle, con conseguente calo di produzione, ha messo a rischio la continuità di un settore fondamentale per l’agricoltura trentina.
Un allarme in parte rientrato nella seconda parte dell’anno, anche per la tempestività di reazione della cooperativa che ha aumentato i listini (“drasticamente”, per usare le parole del direttore Sergio Paoli) salvaguardando così il risultato finale. Che, in soldoni, significa un liquidato di 0,68 euro a litro di media, a fronte di un aumento record di fatturato passato da 52 a 63 milioni di euro (74 con la consociata Trevilatte).
I soci (circa 190) sono stati invitati oggi in assemblea nel capannone adiacente la sede di via Monaco a Spini di Gardolo, fresco acquisto dalla Risto3 che l’aveva messa in vendita. Latte Trento realizzerà un investimento di circa 7 milioni di euro (di cui 4 serviti per l’acquisto dell’immobile e terreno, 18mila metri più 6.500 coperti) per allargare gli spazi operativi, i parcheggi per i mezzi, e per installare una nuova centrale a cippato per la produzione di vapore occorrente per le lavorazioni del latte con l’utilizzo del materiale di scarto proveniente dai boschi trentini.
“Un investimento che ci consentirà – ha riferito il presidente Renato Costa – di stabilizzare il costo dell’energia ai prezzi ante guerra Russia-Ucraina, utilizzando le risorse del territorio, con un migliore impatto ambientale e sostituendo il metano”.
Ma non è tutt’oro quel che luccica, tanto che il presidente Costa nella sua relazione ha parlato di un “comparto lattiero caseario troppo volatile, con cambiamenti troppo repentini. Un dato su tutti: a novembre scorso il latte veniva pagato 0,70 euro al litro, adesso vale 0,40, la panna più di 3,5 euro al chilo, adesso meno di due euro.
Anche la chiusura di alcune stalle è vista come un segnale di allarme della sofferenza del settore, e anche il liquidato ai soci, seppure aumentato rispetto all’anno precedente, non riesce a compensare i maggiori costi sostenuti per la produzione del latte, soprattutto per la produzione di grana, che viene remunerato appena 5 centesimi in più, nonostante abbia costi molto elevati rispetto al latte alimentare.
Nella sua relazione tecnica, il direttore Sergio Paoli ha ricostruito le “montagne russe” del 2022, con i saliscendi delle tariffe energetiche, il calo di produzione, l’aumento dei costi. E la scelta, che egli definito coraggiosa, di aumentare nonostante tutto gli acconti in anticipo ai soci. “Fare un buon bilancio era una missione difficile, ma ci siamo riusciti, così possiamo dare continuità alla nostra cooperativa e dare un segnale di forza”, ha commentato.
I numeri principali
Più in dettaglio, la produzione di fresco è passata da 18,8 milioni del 2021 a 20,8 del 2022, il latte Uht da 22,9 a 22,3 milioni e il latte microfiltrato da 9,4 a 10,7 milioni.
A Trento, nel caseificio di Spini, sono stati lavorati complessivamente 7,9 milioni di litri (nel 2021 9,8 milioni), in parte destinati alla produzione di formaggi molli e nostrani (5,2 milioni di litri) e in parte a Trentingrana (2,7 mil di litri, pari a 5.468 forme).
In generale, il 10% delle attività di Latte Trento è destinato alla produzione di Trentingrana. Il totale delle forme prodotte del 2022 è di 11.202 contro le 15.525 nel 2021, con un calo quindi del 30%.
Il totale dei ricavi ha raggiunto il valore di 62.771.617 euro, contro i 52.311.044 dell’anno precedente. Con Trevilatte, il fatturato supera i 74 milioni di euro.
La premiazione dei soci. Alcuni soci hanno ricevuto il premio per la qualità del prodotto conferito: sono Mario Bertoldi (quantità conferito tra 1.000 e 2.500 quintali annui), Sandro Saltolini e Cristian Oradini (oltre 2.500 quintali/anno). I soci con il punteggio più alto per il latte alimentare sono Matteo Montibeller (meno di 3.000 qli/anno), Marco Vettori (3.000-6.000) e Daniele Bonomi (più di 6.000 qli). Il socio migliore per il latte di capra è Roberto Rossi.
Il “caso grana”
Renato Costa nella sua relazione non le ha mandate a dire: “la nuova presidenza di Concast non sta portando risultati, anzi la situazione è peggiorata, e i ristorni sul prezzo dei prodotti che conferiamo sono letteralmente fallimentari. Con l’esplosione dei costi non conviene produrre a questi prezzi. Il Concast mette in difficoltà tutto il sistema”. Parole molto dure che non sono passate evidentemente inosservate agli ospiti seduti in prima fila: tra questi, lo stesso presidente di Concast (di cui Latte Trento è socia) Stefano Albasini, il presidente della Cooperazione trentina Roberto Simoni, il vicepresidente della giunta provinciale Mario Tonina, l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli.
I quali, con varie sfumature, hanno invitato di nuovo le parti in causa a sedersi attorno al tavolo e recuperare il clima di concordia e lo spirito di squadra necessario per non indebolire il sistema.
Il presidente di Concast Stefano Albasini ha spiegato che il consorzio ha dovuto commercializzare una produzione record di Trentingrana arrivata nel 2022 a 108mila forme. Una superproduzione che ha avuto effetti sui prezzi di mercato. Nell’ultima parte dell’anno i prezzi hanno cominciato gradualmente ad aumentare, ma gli effetti veri si vedranno quest’anno. Concast Trentingrana ha fatto investimenti aderendo ad un bando PNRR per nuovi impianti di prodotto grattugiato, approvati anche da Latte Trento”.
Gli appelli istituzionali
“L’anno scorso abbiamo chiuso venti-trenta stalle – ha affermato il presidente degli Allevatori trentini Giacomo Broch – ma dobbiamo tenere duro, e mantenere la qualità del latte. Perdere una stalla è spegnere un pezzo di territorio”.
Un saluto agli allevatori è arrivato anche dal vicesindaco di Trento Roberto Stanchina.
Il presidente della Cooperazione trentina Roberto Simoni, dopo essersi complimentato per i buoni risultati di bilancio, ha bollato come “ingenerose” le parole del presidente Costa a proposito di Concast, specie in presenza di un bilancio così positivo. Simoni ha ricordato i passi fatti, anche con il contributo della Federazione, per arrivare ad una soluzione condivisa ai problemi del settore.
“Stare insieme è fondamentale per dare solidità al sistema – ha detto Simoni – occorre insistere di più nell’attivare tavoli tecnici, dialogare, lavorare in rete. Se ci sono problemi vanno risolti insieme, la Federazione si mette a disposizione per favorire il dialogo e le soluzioni condivise”.
Sullo stesso registro l’intervento del vicepresidente della Provincia autonoma Mario Tonina, il quale si è complimentato per i buoni risultati di bilancio, sottolineando anche l’intervento della Provincia autonoma a favore del settore: “è a disposizione un Fondo partecipativo da 22 milioni di euro in collaborazione con Promocoop e Cooperfidi, e c’è una legge che semplifica e favorisce gli investimenti in impianti per energie rinnovabili con una dotazione di 23 milioni di euro”.
Ma Tonina non si è sottratto dal commentare l’intervento del presidente Costa: “mi associo al presidente Simoni, dobbiamo sederci al tavolo (compresi gli allevatori) e affrontare i problemi nel giusto modo, nell’interesse di una categoria. Le polemiche non servono a nulla. Serve unità. Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla cooperazione, quindi è fondamentale fare sistema e gioco di squadra”.
Più dura l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli. “Quello a cui ho assistito stamattina non è un messaggio positivo, vedere queste situazioni fa male. Non è una bella immagine del sistema cooperativo e del sistema zootecnico trentino.
Se io fossi un socio pretenderei responsabilità e dialogo costruttivo. Quello che sto chiedendo da mesi, senza alcun risultato. Abbiamo di fronte una nuova programmazione da affrontare, dobbiamo fare scelte coraggiose.
Aspetto proposte serie e concrete. Serve pianificare insieme la strategia per valorizzare il comparto. E questo deve essere fatto con un approccio di sistema. Se il Trentino si presenta diviso non vedo prospettive”.
Il rinnovo del Consiglio
L’assemblea ha eletto sette consiglieri, (in sostituzione di cinque in scadenza, compreso il presidente Costa, e due dimissionari). Tutti i consiglieri in scadenza naturali sono stati confermati.
Questi i loro nomi: Alberto Mazzola (Val del Chiese e Ledro), Romana Pallaoro (Alta Valsugana), Gianluca Graziadei (Trento e Valle dei Laghi), Marco Vettori (Vallagarina), Evan Zambotti ((Fiavé Bleggio e Comano), Daniele Adami ((Val Rendena), Renato Costa (Bassa Vasugana).
Il nuovo presidente sarà nominato dal consiglio nella sua prima seduta.