Federazione in assemblea, i soci confermano Simoni. Nuove opportunità da energia e digitale
La Cooperazione Trentina rappresenta 423 imprese, 300 mila soci e socie, dà lavoro a 24 mila persone generando un valore della produzione che supera i 3,5 miliardi di euro (+250 milioni) e un patrimonio di oltre 3 miliardi (+300 milioni) che resta indivisibile a disposizione delle generazioni future.
Dall’energia e dal digitale arrivano nuove straordinarie opportunità per la cooperazione e per l’intero territorio trentino. Disegna un futuro sostenibile, inclusivo e tecnologico la relazione di Roberto Simoni, confermato oggi alla guida della Cooperazione Trentina dalla platea dei e delle presidenti delle cooperative socie.
«Siamo di fronte a una sfida unica – ha detto riferendosi alla nascita di comunità energetiche – forse la migliore occasione per creare nuova cooperazione che si è vista negli ultimi decenni, a cui siamo arrivati ben preparati. Questa è la cooperazione che guarda alle sue origini, ad un nuovo inizio che parte dal basso, dalle esigenze della popolazione, che si organizza mettendo a fattor comune le risorse e le energie di cui dispone, e facendo questo promuove l'equità, l'inclusione e la partecipazione democratica, crea un senso di responsabilità condivisa e di empowerment della comunità».
Ad analizzare l’andamento del costo dell’energia degli ultimi anni, dando alle cooperative presenti spunti utili ad affrontare il secondo semestre 2023 e il prossimo anno, ci ha pensato uno dei maggiori esperti italiani di energia, Davide Tabarelli, presidente e fondatore di NE-Nomisma Energia, società indipendente di ricerca sull’energia e l’ambiente, docente presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna e presso il Politecnico di Milano, nonché editorialista del Sole 24 Ore.
Ospite dell’assemblea ha mostrato grafici ed andamenti che fanno comprendere come l’Italia sia uno dei Paesi che paga di più l’energia e questo altera la concorrenza rispetto a Stati Uniti e Cina provocando una ulteriore deindustrializzazione. Petrolio, gas e carbone coprono l’80% della domanda di energia. Nel mondo c’è sempre più energia fossile, nonostante i progetti e i proclami. Secondo l’esperto, infatti, la strategia ambientale europea è irrealizzabile.
Dopo il saluto di Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse, è intervenuto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti che ha confermato l’importanza e l’efficacia della collaborazione con la Cooperazione in particolare nell’ambito della valorizzazione delle periferie e in risposta delle difficoltà patite dal comparto zootecnico con l’esplosione dei costi energetici. «Abbiamo recentemente discusso anche del tema delle cooperative sociali – ha detto Fugatti – e degli appalti. Garantiamo che la Provincia porrà la giusta attenzione a tutela di quei particolari settori dove non si può ragionare solo economicamente ma anche socialmente».
L’assessore alla Cooperazione Mario Tonina ha concluso ricordando che la questione energetica è anche culturale: l’impegno a stimolare e promuovere la realizzazione di piccoli impianti domestici di fotovoltaico portato avanti dalla Provincia insieme a Federazione, Bim e Artigiani ha portato a significativi risparmi economici, ma anche alla promozione di un’attenzione al risparmio energetico e alla riduzione degli sprechi che si colloca perfettamente nell’ottica ambientale che il Trentino e la Cooperazione condividono.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione
Qui di seguito i componenti del nuovo Consiglio di amministrazione con i voti ottenuti. Il presidente Roberto Simoni è stato eletto con 447 voti, pari all’84%. Nel settore Produzione lavoro e servizi: Germano Preghenella 296 (CLA, Multiservizi e Antropos), Camilla Santagiuliana Busellato 301 (Risto3) e Matteo Zanella 287 (Ecoopera). Sociali e abitazione: Sandra Dodi 279 (Città Futura), Francesca Gennai 342 (Consolida e La Coccinella) e Italo Monfredini 282 (Gruppo Spes). Agricolo: Stefano Albasini 319 (Trentingrana e Caseificio Cercen), Rodolfo Brochetti 329 (La Trentina), Lorenzo Libera 327 (Cavit e Cantina di Avio) e Luca Rigotti 352 (Gruppo Mezzacorona). Consumo: Francesca Broch 337 (FC Primiero), Giorgio Corradi 328 (FC Lavarone), Renato Dalpalù 346 (Sait) e Paola Dal Sasso 361 (FC Val di Fiemme). Credito: Maurizio Maffei 295 (CR Vallagarina), Marco Misconel 321 (Val di Fiemme CR), Silvio Mucchi 311 (Fondo Comune e CR Val di Non Rotaliana e Giovo) e Enzo Zampiccoli 299 (CR Alto Garda – Rovereto). Trasversali: Marina Castaldo 316 (Movitrento), Michele Odorizzi 341 (Melinda e Unione Frutticoltori Rallo), Michele Odorizzi 331 (Cooperazione Salute e Kaleidoscopio) e Franco Sartori 290 (FC Valle di Ledro). Partecipanti di diritto: Nadia Martinelli (Donne in Cooperazione) e Luca Riccadonna (Giovani Cooperatori Trentini).
Le opportunità dal digitale
Nella sua relazione, Simoni ha messo in rilievo un altro ambito che offre opportunità senza precedenti, cioè quello della cooperazione digitale, al quale è necessario approcciarsi in modo responsabile, per costruire un futuro sostenibile e inclusivo.
«Barattiamo nuovi e accattivanti servizi con la cessione dei nostri dati, delle nostre abitudini e comportamenti, anche i più personali ed intimi. Ma esiste un modo alternativo di sfruttare le piattaforme digitali e sta proprio nel modello cooperativo».
Le piattaforme digitali cooperative coinvolgono una vasta gamma di attori, consentendo a piccoli produttori, artigiani e operatori locali di raggiungere un pubblico più ampio. Questo apre nuove opportunità di business e promuove la diversità economica, favorendo lo sviluppo sostenibile delle comunità.
InCooperazione è la piattaforma che permette di valorizzare le relazioni territoriali esistenti e di costruirne di nuove, con i propri soci, i propri clienti e la collettività.
«Abbiamo l’ambizione di costruire una piattaforma che parta dal basso, mettendo a sistema i bisogni dei singoli, favorendo la collaborazione e la condivisione a vantaggio dell'intera comunità», ha proseguito Simoni.
Un approccio che la cooperazione sta cercando di condividere con i partner del progetto di ricerca con i quali si sta sviluppando Indaco, la piattaforma di e-commerce nata dall’esperienza di inTrentino.com e che sarà pronta a fine anno.
Questo apre nuove opportunità di business e promuove la diversità economica, favorendo lo sviluppo sostenibile delle comunità locali e un nuovo modello di ridistribuzione del valore.
La collaborazione istituzionale con la Provincia
Simoni ha fatto il punto sull’attuazione del Protocollo d’Intesa firmato l’anno scorso con la Provincia proprio in occasione dell’assemblea, con una serie di impegni molto concreti e misurabili. «Quasi tutti i punti dell’accordo sono stati onorati e altri sono in via di completamento», ha detto.
Tra questi il presidente ha citato la promozione delle Comunità energetiche rinnovabili, il finanziamento dei Sieg (+1 milione di euro), la riforma del Progettone («condivisa in tutto il percorso»), il Fondo Partecipativo (finanziato con 22 milioni di euro assorbiti per la gran parte dal settore agricolo, motivo per il quale la Cooperazione chiede un ulteriore rinforzo di 10,5 milioni per gli altri comparti), i progetti scolastici di educazione cooperativa, la formazione agli amministratori, la questione del contratto delle educatrici dei nidi (c’è l’accordo, manca una delibera), il protocollo con l’Università di Tirana per gli infermieri (sta per uscire il bando di finanziamento del progetto).
Due sono gli ambiti in cui la Cooperazione Trentina chiede un impegno rinforzato alle Istituzioni provinciali e riguardano gli interventi nel sociale e il capitolo gare e affidamenti. Sotto il primo profilo Simoni ha rilevato come spesso le cooperative vengano trattate come meri fornitori di servizi anziché partner seri e affidabili. «Ci sono troppe rigidità nel definire tempi di assistenza e nell’assegnare le risorse. Se non si mette mano alle regole degli appalti dei servizi e alla cultura dell’assistenza anche le parole magiche di coprogettazione e codecisione rischiano di rimanere prive di significato».
Per quanto riguarda contratti, convenzioni e affidamenti, Simoni ha raccomandato di evitare gare al massimo ribasso: «Vanno individuate formule più flessibili, per evitare l’esclusione dalle procedure di affidamento delle nostre associate che svolgono già determinati servizi».
Soluzioni nuove per mantenere i presidi nelle aree decentrate
Il sistema cooperativo trentino si configura come un modello di successo di decentramento, in grado di contrastare lo spopolamento della montagna e offrire a tutti gli abitanti le stesse opportunità e gli stessi servizi.
Attraverso i punti vendita delle Famiglie Cooperative, i negozi multiservizi, Sieg, le filiali delle Casse Rurali, le postazioni di co-working, le cooperative agricole, in particolare zootecniche, i servizi decentralizzati, la cooperazione trentina si conferma come un insostituibile presidio sul territorio, efficace nel favorire la permanenza delle persone nelle loro comunità di origine e nel garantire una migliore qualità della vita per tutti.
Tutto questo ha un costo. «Quando la sostenibilità economica non è più garantita – ha spiegato Simoni – occorre individuare nuovi percorsi, anche utilizzando la creatività, magari con soluzioni ibride fisiche e digitali. Penso, ad esempio, anche a una collaborazione tra Famiglie Cooperative e Casse Rurali, per condividere spazi nei centri più piccoli in modo da garantire sempre il servizio».
I progetti ai nastri di partenza
Simoni ha presentato alcuni progetti che stanno per vedere la luce dopo mesi di lavoro. Tra questi il progetto di ricerca per sviluppare un servizio di welfare territoriale che mira ad offrire maggiori opportunità̀ di benessere ed inclusione alle persone e alle famiglie, a partire dalle più̀ fragili. L’esito del progetto è una piattaforma unitaria e aperta ai provider di prestazioni e servizi di welfare pubblico, privato e comunitario a disposizione degli utenti che potranno consultarla e attivare i servizi in maniera autonoma oppure assistita.
Il presidente ha anche annunciato che la Federazione proporrà a Trentino Marketing un progetto di valorizzazione dei prodotti eccellenti dell’agricoltura trentina (con un particolare focus sul Trentingrana) e che si occuperà di garantire una postazione di lavoro in co-working ai dipendenti provinciali, prima sperimentazione nazionale di questo genere.
Sempre sul fronte del marketing territoriale, la Federazione è impegnata nell’ultimazione del processo di riconoscimento, a livello nazionale, di un Distretto cooperativo del cibo, ente che avrà lo scopo principale di consolidare l’aggregazione e il confronto dei diversi interessi locali per la valorizzazione delle produzioni agricole e agroalimentari, della qualità alimentare e del paesaggio rurale.
Il sistema cooperativo in Trentino
Le 423 imprese cooperative trentine socie della Federazione intrecciano l’economia e la società in tutti i settori, dal credito con le Casse Rurali al consumo con le Famiglie Cooperative. Dall’agricoltura in tutti i comparti (frutta, vino, ortaggi, latte, carne, formaggi, pesce…) al sociale (gestione asili nido, centri diurni, residenze per anziani, servizi domiciliari…), dai servizi alla produzione lavoro (turismo, ristorazione, ingegneria ambientale, edilizia…) fino all’abitazione.
Un insieme di imprese a cui aderiscono 300 mila soci (+10 mila rispetto al 2021), governato da 3 mila amministratori, che offre un’occupazione stabile ad oltre 24 mila persone. Dal punto di vista economico, questo sistema ha risentito della pandemia e della crisi energetica, dimostrando però buona capacità di reazione, con una crescita del valore della produzione, arrivato a 3,5 miliardi di euro (+250 milioni), e del patrimonio netto, pari a oltre 3 miliardi (+300 milioni).