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Una mostra fotografica ladina alla Cooperativa Val di Fassa

Nasce da una collaborazione tutta fassana, fra l’Istituto Culturale Ladino “majon di fascegn” e la Famiglia Cooperativa di Fassa, l’esposizione “NOS-ETRES. Cartes de visite. Ritratti di fassani oggi”. 

Un connubio curioso che in realtà sancisce l’unione di due soggetti che da tempo collaborano in diverse iniziative rivolte a questo territorio ladino. Si tratta di una mostra di circa 250 ritratti di persone delle Val di Fassa che espone un percorso fotografico realizzato dalla Majon di Fascegn col fotografo Davide Baldrati, per raccontare la gente della Val di Fassa oggi, attraverso momenti che valorizzano la cultura ladina, fondata su valori di cooperazione, comunità e identità.
L’inaugurazione della mostra con la presentazione del catalogo di una selezione delle foto esposte si terrà martedì 11 marzo alle 17.00 presso la terrazza del bar Al Fassa Coop, a San Giovanni di Fassa, dove i curatori accompagneranno chi lo desidera in una visita guidata alle diverse esposizioni.

“A chi si chiede il perché di questo progetto presso il nostro centro commerciale mi piace ricordare la missione che Fassa Coop ha sempre assecondato e valorizzato, ovvero la dedizione al territorio e alla società, con attenzione particolare al mondo culturale e identitario di questa piccola ma vivace comunità linguistica”, spiega il direttore Luca Giongo.
“Il titolo della raccolta “Nos-etres” dà spazio a diverse interpretazioni: noi vicini agli altri, noi altri in una società turistica aperta a nuove lingue, culture e identità e noi insieme al mondo economico rappresentato in questa occasione dalla Famiglia Cooperativa Val di Fassa, sempre aperta alla collaborazione nelle attività dell’Istituto e del Museo Ladino e alla quale vogliamo porgere un sentito ringraziamento”, ricorda la direttrice dell’Istituto Ladino Sabrina Rasom.

Cartes de visite è anche un progetto fotografico di circa 400 scatti complessivi, realizzato per l’Istituto Culturale Ladino “majon di fascegn” dal fotografo Davide Baldrati nel corso del 2023-2024 e che si ispira alla fotografia dell’Ottocento e dei primi del Novecento. E per questa conservazione si è scelta la carta stampata “che magari resterà ingiallita - ricorda il fotografo -, ma intatta e semplice come un fossile, come un’impronta fissata sul foglio”.

Autore: Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento