Radici profonde per un futuro da costruire insieme
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Il dibattito sulla necessità di creare una Federazione per il movimento cooperativo trentino si aprì ufficialmente nel 1894. Il primo obiettivo fu creare un ente centrale in grado di coordinare, supportare e vigilare le cooperative locali. Fu don Lorenzo Guetti a promuovere la nascita di una struttura unitaria che permettesse alle cooperative, fino ad allora operanti in modo indipendente, di affrontare con maggiore efficacia le crescenti difficoltà operative e organizzative.
L’idea prese ulteriore forza dal confronto con esperienze cooperative simili, come quelle sviluppate nel Tirolo tedesco sotto il modello Raiffeisen, che dimostravano l’efficacia di una struttura federativa per sostenere il lavoro delle cooperative di base. Questo dialogo portò, il 20 novembre 1895, alla nascita ufficiale della Federazione dei consorzi cooperativi, sancendo così l’avvio di un nuovo capitolo per il cooperativismo trentino.
A 130 anni dalla nascita, il mondo è cambiato, e non si tratta di una semplice frase di circostanza. Le informazioni viaggiano alla velocità della luce in un contesto iperconnesso, i mercati locali competono sempre su scala globale e il clima si fa sempre meno decifrabile rispetto al passato. In questo contesto complesso, a guidare la Federazione Trentina della Cooperazione c’è Roberto Simoni, 19° presidente.
Presidente, che differenze trova tra la cooperazione di ieri e quella di oggi?
Nei primi decenni, il nostro scopo principale era affrontare la povertà e sostenere le comunità locali attraverso strumenti come le casse rurali e le cooperative di consumo. Era un’epoca di emergenza, in cui il modello cooperativo rappresentava una risposta vitale ai bisogni delle persone. Oggi la Federazione è una realtà complessa, con cooperative che operano in quasi tutti i settori dell’economia. Questo cambiamento è stato possibile grazie alla nostra capacità di innovare, pur mantenendo saldi i valori di solidarietà, partecipazione e autonomia. Viviamo in un mondo sempre più globalizzato, e uno dei nostri compiti è bilanciare il radicamento nel territorio con l’apertura verso nuove opportunità internazionali.
E guardando ai prossimi 130 anni?
Credo che in futuro il modello cooperativo dovrà continuare a trasformarsi per rispondere alle grandi sfide globali, come il cambiamento climatico, l’inverno demografico e la digitalizzazione, continuando ad assicurare inclusione sociale. Tuttavia, credo fermamente che i principi fondanti del nostro movimento — la centralità della persona, la democrazia interna e la partecipazione collettiva — dovranno restare il cuore della nostra identità. Il nostro modello rimane ancora oggi uno strumento moderno e resiliente, basta vedere come molte grandi aziende non cooperative stiano cercando di copiare il nostro modo di far impresa, per dimostrare di essere sostenibili e vicine alle comunità. Le nostre radici ci hanno condotto fino a qui e sono certo che continueranno a sostenerci anche nei prossimi 130 anni.
A quali iniziative si sta pensando per l’anno in corso?
Stiamo progettando un programma ricco e articolato che avrà nell’anniversario del 20 novembre il suo epicentro. Lavoreremo per raccontare la nostra storia, fotografare il presente e immaginare i 130 anni che verranno. Un elemento centrale di questo percorso sarà la realizzazione di uno spazio immersivo nel seminterrato della nostra sede, con l’idea di far vivere ai visitatori un’esperienza coinvolgente sui valori, sulla storia e sul futuro della cooperazione trentina. Questo spazio non sarà solo un museo, ma un luogo vivo e multifunzionale, capace di stimolare riflessioni sul futuro attraverso installazioni interattive e attività culturali. Inoltre, il 2025 sarà anche l’Anno Internazionale delle Cooperative, per questo stiamo pianificando eventi di confronto con realtà cooperative di altri paesi. Questo dialogo internazionale sarà un’opportunità per mettere in luce l’unicità del nostro modello cooperativo e per imparare da altre esperienze.
Sappiamo che c’è stato anche un coinvolgimento del TAG (Istituto Artigianelli) per predisporre l’immagine coordinata dell’anniversario.
Abbiamo scelto di collaborare con la Trentino Alta Formazione Grafica (TAG) con l’obiettivo di portare uno sguardo esterno sul mondo cooperativo, coinvolgendo giovani talenti in un percorso di design partecipativo, valorizzandone la creatività. Si tratta di un gruppo di studentesse, poco più che ventenni, che è al lavoro per comunicare i nostri valori in modo innovativo e contemporaneo. Crediamo che lo sguardo fresco e creativo di queste giovani possa arricchire il progetto, rendendolo più accessibile e coinvolgente anche per le nuove generazioni.
Qual è il ruolo della base sociale e delle comunità locali in questo anniversario?
Il coinvolgimento della base sociale sarà fondamentale. Vogliamo che le cooperative associate e le comunità locali siano parte attiva di questo anniversario. Alla fine del 2024 abbiamo raccolto più di 50 video testimonianze da parte di cooperatori e cooperatrici che hanno avuto un impatto nel nostro movimento nel corso degli anni. Queste interviste verranno devolute poi all’archivio della Fondazione Museo Storico del Trentino e riutilizzate per specifiche attività di comunicazione, tra cui un podcast. Un progetto di raccolta di storie, testimonianze e contributi che forniranno una fotografia del nostro mondo. A questo si aggiungeranno delle attività che vedranno coinvolta la base con workshop e incontri di animazione territoriale, utili a trovare soluzioni per migliorare le attività della Federazione a favore delle cooperative e viceversa, per ampliare le sinergie e per generare nuove proiezioni future del nostro movimento.
Quali sono i temi principali su cui ci si concentrerà quest’anno?
Le attività per i 130 anni della Cooperazione Trentina ruoteranno attorno a tre contenuti chiave. Innanzitutto, la promozione della cooperazione come strumento di cura del bene comune, per mostrare come il nostro modello sia così moderno e resiliente da contribuire, nel tempo, allo sviluppo sostenibile delle comunità. Un modello che funziona bene poiché inserito in una provincia autonoma che, ed è questo il secondo contenuto, è tale anche per via della forte connessione tra autonomia e cooperazione, alimentata dalla capacità dei territori di sapersi gestire con un alto grado di responsabilità, storicamente consolidatasi nei secoli. Infine, l’intergenerazionalità, con il passaggio di valori e patrimonio tra generazioni, garantendo così continuità e sostenibilità per il futuro. Crediamo che questi siano i contenuti che meglio celebrano la nostra storia fino a oggi, ma restiamo aperti ad accoglierne di nuovi, per iniziare a scrivere insieme anche i prossimi 130 anni.