21 marzo 2018
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Punti vendita di montagna, la sfida dei nuovi servizi

Con il riconoscimento dei punti vendita come Sieg (Servizi di interesse economico generale) le Famiglie Cooperative potranno proporre altri servizi utili per la comunità, da quelli anagrafici a quelli sanitari, dai pagamenti all’accesso tecnologico. Nelle scorse settimane partite due sperimentazioni con il Comune di Borgo Chiese per il punto vendita di Brione e con quello di Stenico per Sclemo. Se ne è parlato nel convegno di settore che si è svolto nel pomeriggio alla Federazione Trentina della Cooperazione.

Olivi: “Non c’è altra via alla cooperazione per tenere insieme l’efficienza che richiede il mercato e la sostenibilità sociale”.

Ceschi: “Individuare qualunque tipo di misura che possa favorire il mantenimento dei punti vendita in montagna è strategico non solo per la cooperazione ma per la comunità trentina”.

Con il riconoscimento dei punti vendita come Sieg (Servizi di interesse economico generale) le Famiglie Cooperative potranno proporre altri servizi utili per la comunità, da quelli anagrafici a quelli sanitari, dai pagamenti all’accesso tecnologico. Nelle scorse settimane partite due sperimentazioni con il Comune di Borgo Chiese per il punto vendita di Brione e con quello di Stenico per Sclemo. Se ne è parlato  nel convegno di settore che si è svolto nel pomeriggio alla Federazione Trentina della Cooperazione.Olivi: “Non c’è altra via alla cooperazione per tenere insieme l’efficienza che richiede il mercato e la sostenibilità sociale”.Ceschi: “Individuare qualunque tipo di misura che possa favorire il mantenimento dei punti vendita in montagna è strategico non solo per la cooperazione ma per la comunità trentina”.

L’innovazione è il tema centrale del convegno del settore consumo della Federazione Trentina della Cooperazione, che ha riunito a Trento questo pomeriggio i presidenti e direttori delle circa 70 Famiglie Cooperative, introdotto dalla vicepresidente Paola Dal Sasso.

Innovazione come introduzione di nuovi servizi, incentivati dal riconoscimento dei punti vendita di montagna come Servizi di interesse economico generale (Sieg), ma anche come nuovi servizi offerti dalla stessa Federazione ed infine come nuova metodologia per misurare l’impatto sociale della rete dei punti vendita del consumo cooperativo.

La rivoluzione dei Sieg

Dovrebbe arrivare a breve la delibera della Giunta provinciale che riconosce ufficialmente come Sieg i punti vendita multiservizi che consentono anche agli abitanti delle vallate di accedere a servizi che vanno ben oltre l’acquisto dei beni alimentari di prima necessità. Essi potranno, per esempio, prenotare visite specialistiche, stampare referti medici, accedere alla propria cartella clinica, ritirare farmaci, pagare bollettini o il bollo auto, prelevare contanti, acquistare giornali o riviste, navigare in internet, ritirare documenti anagrafici o autorizzazioni comunali e tanto altro.

Ottenuto l’ok della Commissione Europea, insomma, la Provincia punta sulla valorizzazione di quel ruolo di presidio sociale e di servizio che i punti vendita multiservizi ricoprono da tanto tempo, a dispetto delle strette logiche economiche che ne avrebbero portato altrimenti alla chiusura.

Alessandro Olivi, assessore provinciale allo sviluppo economico, ha rimarcato al convegno il ruolo della cooperazione, più che mai attuale: “In questo tempo di liberismo sfrenato c’è bisogno di più cooperazione. Non c’è altra via alla cooperazione per tenere insieme l’efficienza che richiede il mercato e la sostenibilità sociale. L’aiuto assicurato dalla Provincia per mantenere aperti i punti vendita di montagna, che sono anche luoghi di promozione della socialità, è un investimento, non un costo”.

Claudio Moser, dirigente del Dipartimento sviluppo economico della Provincia, ha chiarito che i servizi di interesse economico generale non sarebbero svolti dal mercato senza un intervento pubblico. I finanziamenti ai Sieg non violano le regole degli aiuti di Stato perché riguardano aree con tenore di vita basso e non falsano la concorrenza. Le imprese che ne beneficiano devono svolgere i servizi definiti chiaramente nell’atto di incarico ricevuto dall’istituzione pubblica.

Attivando alcuni nuovi servizi, i negozi di montagna (sopra i 500 metri) che sono unici riferimenti commerciali di paese, potranno derogare al ‘de minimis’ di 200 mila euro per impresa, avendo accesso al cosiddetto ‘super de minimis’ di 500 mila euro sempre nel corso di tre esercizi finanziari. Dei 397 punti vendita gestiti dalla cooperazione consumo, 205 sono unici riferimenti commerciali in altrettanti comuni o località.

Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni Trentini, ha ricordato la collaborazione attivata con la Federazione attraverso un protocollo d’intesa per lo sviluppo dei punti multiservizi nelle aree periferiche della provincia. Sono partite due sperimentazioni con il Comune di Borgo Chiese per il punto vendita di Brione e con quello di Stenico per Sclemo.

“Individuare qualunque tipo di misura che possa favorire il mantenimento dei punti vendita in montagna è strategico non solo per la cooperazione ma per la comunità trentina”, ha affermato il direttore generale della Federazione Alessandro Ceschi, che ha aggiunto: “I Sieg sono una delle risposte che devono essere messe in campo per riconoscere che i piccoli negozi cooperativi periferici non sono esercizi commerciali come quelli delle città o del fondovalle e tengono vive le comunità”.

La misura dell’impatto sociale

Con i Sieg le Famiglie Cooperative si vedono riconoscere un ruolo sociale nel prevenire lo spopolamento delle zone marginali, nel favorire l’autosufficienza degli anziani, nella tutela del patrimonio edilizio e nella manutenzione del territorio.

Un ruolo ‘misurabile’, come ha detto oggi Ericka Costa, professoressa presso il Dipartimento di Economia e Management dell'Università degli Studi di Trento presentando il progetto per misurare l'impatto sociale delle imprese cooperative. In questo contesto, infatti, la Federazione ha avviato un lavoro di ricerca per comprendere, misurare e gestire il valore economico, sociale e ambientale prodotto dalle associate, con indicatori chiari e confrontabili. “Le relazioni create dalle Famiglie Cooperative - ha riferito la docente - sono essenziali per la crescita e la coesione sociale di un territorio”.

Il nuovo servizio della Federazione per la privacy

L’innovazione sarà protagonista anche in Federazione, impegnata in un ampio progetto di riorganizzazione guidato dal direttore Alessandro Ceschi, che ha colto l’occasione del convegno di settore per presentare ai vertici delle cooperative di consumo il nuovo responsabile Giuliano Bernardi, in Federazione dal 2005, subentrato a Giuseppe Fedrizzi ora in pensione.

Al convegno di oggi è stato anche illustrato alle associate il nuovo servizio in materia di privacy affidato a Mariasilvia Cadeddu dell’Ufficio legale e fiscale della Federazione. L'entrata in vigore il 25 maggio del nuovo Regolamento sulla privacy emanato dall'Unione Europea impone a tutte le aziende un adeguamento della propria attività per garantire trasparenza nell'utilizzo dei dati personali e la sicurezza degli stessi. Anche su questa materia le cooperative associate potranno ottenere consulenza dalla Federazione.

Autore: Redazione
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