Non aprite quel libro (se siete deboli di cuore)
Nello spazio ‘Terzo Tempo’ del Festival dell’Economia di Trento gestito dalla Fondazione Demarchi, l’Associazione Donne in Cooperazione ha presentato il libro ‘Donne ai Vertici’, pubblicato insieme alla Fondazione don Lorenzo Guetti, edito da Scripta Edizioni
Non racconta di eroine che hanno combattuto contro ostacoli inimmaginabili con armi potentissime “Donne ai vertici”, il libro presentato oggi al Festival dell’Economia di Trento all’interno dello spazio gestito dalla Fondazione Demarchi. Parla invece di 22 cooperatrici alle prese con il proprio ambiente di lavoro e con la complessità di essere donne al vertice in un mondo ancora saldamente appannaggio degli uomini.
“Se siete deboli di cuore non leggete questo libro – ha detto Fabiola Di Loreto, direttrice generale di Confcooperative – perché racconta non di eroine o aliene, ma di donne normalissime che sono le vostre madri, figlie, sorelle e di quello che vivono tutti i giorni entrando nel mondo dell’impresa del lavoro e dell’economia, non in una zona di guerra”.
“Le nostre storie – ha detto Anna Manca, vicepresidente di Confcooperative, una delle protagoniste del libro – rappresentano la narrazione di cui c’è bisogno per dire alle giovani donne di sognare alla grande, perché si può farcela, purché chi ha responsabilità di selezione garantisca condizioni di parità”.
Il tema del contrasto alle diseguaglianze non riguarda solo i diritti ma anche l’economia: se le donne lavorano viene valorizzato il loro talento e si mette a frutto l’investimento nello studio. E cresce il Pil. “Ma a monte – ha aggiunto Manca – c’è la grande responsabilità politica che ha reputato un costo e non un investimento attivare le infrastrutture sociali per dare pari opportunità e quindi generale inclusione, come gli asili nido, per fare un esempio”.
L’Alleanza Cooperativa Internazionale ha sempre raccomandato la soglia del 30% di presenza femminile negli organismi decisionali. In Trentino tra i dipendenti delle cooperative il 60,3% è donna. Tra le socie raggiungiamo il 47%, ma nei Consigli di amministrazione ci fermiamo al 23%, e nei vertici (presidenti) al 20%. “I progressi ci sono stati – ha detto Nadia Martinelli, presidente dell’Associazione Donne in Cooperazione –: nel 2011 avevamo l’11% di donne ai vertici delle cooperative trentine, oggi sono il 20%. Ma c’è ancora tanta strada da fare”.
Ma serve entrare in punta di piedi negli ambienti maschili, ha chiesto la moderatrice del dibattito Tania Giovannini? “No di certo, altrimenti rischi di restare in punta di piedi tutta la vita e non è una posizione comoda – ha risposto Di Loreto –. Bisogna entrare secondo il proprio carattere. Ci sono donne che ci hanno impiegato più tempo altre meno. Non ci si può fare violenza ed imporre dei modelli”.
I consigli per le donne? “L’ironia salverà il mondo, il genere umano e anche le donne. Poi servono competenze, determinazione e perseveranza” ha detto Di Loreto. Attenzione al linguaggio, ha raccomandato Martinelli: “Se non nomini, non ci sei”.
E poi la formazione riveste un ruolo cruciale, come ha ricordato Laura Ravanelli, coordinatrice generale di Fondazione Demarchi, ricordando un percorso formativo ideato insieme all’Associazione Donne in Cooperazione per fare emergere le competenze manageriali delle donne di cui a volte manca proprio la consapevolezza.
“La politica ha bisogno di chi porta sul tavolo non solo problematiche ma anche soluzioni – ha garantito Iolanda Cerrone, vicepresidente di Confcooperative Calabria –. E qui siamo molto brave. Il valore aggiunto non ha sesso”. E poi l’importanza della rete. “La competizione tra donne è superata – ha concluso Cerrone –. Vedo tanta sorellanza, che fa crescere tutte”.
“IL futuro è delle donne – ha detto Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione – che sono da ammirare perché affrontano percorsi complessi, strade in salita con grinta e tenacia”.
‘Donne ai Vertici’ (Scripta Edizioni) è una ricerca etnografica, condotta da Veronica Ronchi, che coinvolge ventidue cooperatrici (non solo trentine). Obiettivo della pubblicazione è che le storie in essa contenute possano costituire un esempio, un’ispirazione e uno stimolo per le donne che vogliono lanciarsi, ma sono trattenute a terra da motivi di diversa natura: dalle disparità di riconoscimento che limitano le possibilità di progressione nella carriera e nella remunerazione, a tutti quei blocchi legati ai condizionamenti sociali che influenzano anche le donne stesse.