Le linee strategiche dell’assessorato alla salute
Tanti i temi emersi nella sede di via Segantini a Trento, dalla denatalità all’invecchiamento della popolazione e all’attenzione verso i bisogni degli anziani, dall’attrattività della sanità alla riduzione delle code e dei tempi d’attesa per le visite specialistiche, dal coinvolgimento dei giovani nel tema della prevenzione, fino alla tutela dei soggetti più fragili e vulnerabili.
Due i capisaldi alla base della Strategia provinciale: il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione. “Due temi – ha affermato Tonina - sui quali deve essere garantita una strategia che vada oltre il termine della legislatura. Siamo chiamati a mettere in campo iniziative e politiche che tengano conto di questi due fattori che stanno caratterizzando il nostro tempo, altrimenti in futuro non saremo in grado di garantire adeguati servizi alle persone che ne avranno bisogno. "Il calo delle nascite ha raggiunto dimensioni significative, in questi ultimi 10 anni non c’è mai stato modo di invertire il trend. L’invecchiamento delle persone nei prossimi anni ci metterà di fronte allo scenario per cui molti settori dovranno affrontare problemi per mancanza di personale e quindi sarà necessario approntare un piano d’azione per rimediare e dare la possibilità di favorire l’arrivo in Trentino di persone che possano fermarsi e ottenere un lavoro stabile”.
L’assessore alla salute e cooperazione ha poi effettuato uno sguardo ampio su tutti i temi di sua competenza, a partire dalla prevenzione per il quale “è necessario far capire alle nuove generazioni che attraverso la prevenzione si possono raggiungere risultati importanti che avranno benefici in primis su di loro; motivo per cui si dovrà lavorare con maggior convinzione negli istituti scolastici”. Sul tavolo anche la creazione di una rete tra i nosocomi del territorio in raccordo con l’università per aumentare l’attrattività degli ospedali, lo sviluppo della facoltà di medicina che assicurerà una maggior disponibilità di medici al Trentino, la necessità di diminuire drasticamente le liste d’attesa e le code al Pronto Soccorso. Lo sguardo dell’assessore, nell’auspicare una collaborazione anche col mondo della cooperazione su tutti questi temi, si è poi soffermato sullo sviluppo della ricerca, in particolare sull’operato di Fbk, Cibio e Fondazione Mach, focalizzandosi sulla necessità di garantire il benessere dei soggetti e dei nuclei familiari più fragili anche grazie al lavoro del volontariato per evitare di far ricadere tutti gli oneri sulle case di riposo.
Alla riunione hanno partecipato anche il dirigente generale di dipartimento enti locali, agricoltura, ambiente e cooperazione Roberto Andreatta, la dirigente del servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza Monica Zambotti i dirigenti Federica Sartori, Roberto Pallanch e Nicoletta Clauser, i direttori Roberto Dalbosco e Diego Conforti. La Cooperazione trentina era rappresentata dal vicepresidente per il sociale Italo Monfredini nel ruolo di vicario (assente il presidente Simoni), dai vice Germano Preghenella (cooperative di lavoro e servizi), Silvio Mucchi per il credito Paola Dal Sasso per il settore consumo e dal direttore generale della Federazione Alessandro Ceschi. Se l’interlocuzione con la Provincia è costante ed efficace, è stata evidenziata la possibilità di cogliere nuove opportunità nell’ambito assistenziale e nei servizi per gli anziani, diventati una vera emergenza dovuta all’invecchiamento della popolazione. “Il settore del credito può collaborare per trovare soluzioni - ha riferito Silvio Mucchi -. Un esempio concreto lo stiamo realizzando proprio in questo periodo in Val di Non, dove stiamo allestendo una sede non più utilizzata dalla Cassa Rurale per trasformarla in residenza per anziani”.
“Il tema della casa è fondamentale - ha argomentato Germano Preghenella - servono soluzioni innovative e sostenibili. Ritengo che occorra investire in abitazioni adeguate per gli anziani con largo impiego della domotica, che consente una maggiore capacità di vita autonoma”.
“In Provincia è aperto una grande tavolo di lavoro su alcuni temi particolarmente significativi - ha affermato il direttore Ceschi - soprattutto sulla non autosufficienza (serve coinvolgere anche la Regione), integrazione socio sanitaria, appalti. Occorre realizzare modelli di affidamento dei servizi assistenziali con formule non competitive, e dove non è possibile, affidandosi al criterio della qualità. Trattandosi di persone fragili, i servizi a loro dedicati devono tener conto della particolare delicatezza del caso, che ha bisogno di continuità di relazione e tempi adeguati. Occorre anche evitare il gioco degli appalti e subappalti, salvaguardando il principio della prossimità territoriale”.
Infine, in tema di prevenzione, va messo a sistema il grande lavoro delle Mutue (Itas e Casse rurali) per garantire ai soci servizi aggiuntivi rispetto al servizio sanitario nazionale.