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Fondazione Valtes: guardare  allo spazio per capire i limiti dell’essere umano

Il Cinema Teatro di Castello Tesino, ha ospitato un appuntamento straordinario organizzato da Fondazione Valtes (Fondazione Cassa Rurale Valsugana e Tesino), con la collaborazione di Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Arte Sella e Associazione Agorà.

Quello di oggi è stato un pomeriggio stellare a Castello Tesino.

Sul palco del Cinema Teatro, l’astronauta Paolo Nespoli e il fisico Roberto Battiston, hanno raccontato lo spazio. L’incontro è stato moderato da Giovanni Caprara, firma del Corriere della Sera, scrittore e divulgatore scientifico.

L’evento pubblico è stato inserito nel programma di “Orizzonte scienza”, seconda tappa de “Gli Orizzonti della Fondazione Valtes” (Fondazione Cassa Rurale Valsugana e Tesino) una scuola di cittadinanza rivolta a cittadine e cittadini del territorio su cui opera la Fondazione, dedicata alla scienza e al suo impatto sulla vita quotidiana delle nostre comunità, specialmente in quattro ambiti: politica, ricerca, comunicazione e arte.

Hanno collaborato all’organizzazione dell’evento: Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Arte Sella e Associazione Agorà. Prima dell’inizio dell’incontro è intervenuta la sindaca di Castello Tesino, Graziella Menato.

L’evento

Come vive un essere umano nello spazio? E, soprattutto, è realistico pensare di abitarci nel futuro? “Tra sogni megalomani e la ricerca di risposte alle domande che le crisi planetarie ci pongono ogni giorno – hanno spiegato i promotori dell’incontro - lo spazio sembra l’unica alternativa per l’umanità in un futuro in cui la Terra, per nostra colpa e responsabilità, non potrà più ospitarci. Ma l’attenzione allo spazio che ha mosso sempre l’essere umano fin dalle origini, ben testimoniata in epoca contemporanea dal grande successo delle narrazioni fantascientifiche, rispecchia la nostra ricerca di senso e il tentativo di rispondere alle grandi domande sulla nostra esistenza: una visione di infinito, di esplorazione oltre i limiti conosciuti, un’aspirazione a qualcosa di grande che supera ogni nostra esperienza, per prendere coscienza da un lato della nostra finitezza, dall’altro del misterioso contesto spaziale in cui la Terra è inserita”.

Chi viaggia nello spazio, viaggia a 28mila chilometri orari e a 400mila metri di altitudine. “Il mondo diventa tutta un’altra cosa” ha osservato l’astronauta dell’Agenzia spaziale italiana, Paolo Nespoli. Insomma vivere lo spazio è come entrare in una nuova dimensione dell’esistenza, in cui devi ritrovare le coordinate di base del vivere e sviluppare abilità extraterrestri perché la situazione non è delle migliori e perché si è limitati nelle proprie risorse.

Ma di nuova frontiera si parla anche in merito alla possibilità di conquistare lo spazio, abitarci, creare lì una nuova forma di comunità e di convivenza reciproca. Il fisico Roberto Battiston, professore ordinario di fisica sperimentale all’Università di Trento, ha dedicato le sue ultime ricerche proprio a questo tema, e alle opportunità sociali ed economiche dell’esplorazione spaziale.

Due testimonianze a confronto per capire i limiti dell’essere umano, da parte di chi ha vissuto lo spazio e ha contribuito a spingere l’orizzonte sempre un po’ più in là, facendo della propria vita un’esperienza di frontiera.

“Avere ospitato Caprara, Battiston e Nespoli all’interno del progetto Orizzonte Scienza è un segno importante di come “Gli Orizzonti della Fondazione Valtes”, pur nati da poco, siano già riconosciuti come una proposta culturale importante e significativa all’interno di un panorama locale particolarmente florido – ha commento con soddisfazione Stefano Modena, presidente di Fondazione Valtes e vicepresidente di Cassa Rurale Valsugana e Tesino - Un contesto favorito anche da Valtes e da Cassa Rurale, che ci vede impegnati in modalità diverse in molte delle proposte più significative, da Trentino 2060 alle “Officine della Fondazione Valtes”. Un ruolo e una responsabilità che ci sentiamo proprie, per una crescere insieme e per guardare al futuro con ottimismo”.

Autore: Fondazione Valtes