Donne che ce l’hanno fatta. In un libro le donne al vertice della Cooperazione
Una ricerca etnografica con l’obiettivo di far comprendere la condizione femminile nell’impresa cooperativa e, nello specifico, il ruolo delle donne al vertice.
Come? Ascoltando le loro voci, per capire gli ostacoli che hanno superato e gli strumenti che hanno utilizzato. Parte da qui il libro “Donne ai vertici” presentato nel tardo pomeriggio di oggi alla nuova Sala inCooperazione di via Segantini a Trento. Il progetto editoriale (Scripta Edizioni) è stato promosso dall’Associazione Donne in Cooperazione e da Fondazione don Lorenzo Guetti.
La ricerca coinvolge ventidue cooperatrici (non solo trentine). “La speranza è che – è stato spiegato - le loro storie possano essere un esempio, un’ispirazione e uno stimolo per le donne che vogliono lanciarsi, ma sono trattenute “a terra” da motivi di diversa natura: dalle disparità di riconoscimento che limitano le possibilità di progressione nella carriera e nella remunerazione, a tutti quei blocchi legati ai condizionamenti sociali che influenzano anche le donne stesse”.
L’autrice è Veronica Ronchi, storica dell’economia e dell’impresa con una lunga esperienza in ricerca etnografica, che ha curato le interviste cominciando dalla storia di vita e dalla carriera professionale delle cooperatrici, per poi approfondire il tema della questione di genere, senza tralasciare i risvolti economici e sociali della pandemia e il possibile ruolo della cooperazione nel periodo che ci aspetta.
“Abbiamo scelto di dare voce a tante storie di donne, che nella narrazione tra passato e presente ci possano offrire spunti di riflessione, attraverso le loro esperienze di vita e di professione, e che – ha osservato la presidente Nadia Martinelli - possano essere di ispirazione e stimolo alle tante donne impegnate oggi nella faticosa conciliazione tra scelte di vita e lavoro”.
Nella sua prefazione al libro il presidente della Cooperazione Trentina, Roberto Simoni, ha evidenziato che “percorrere le esperienze delle cooperatrici narrate in questo libro centra l’obiettivo di generare speranza in tutte le donne e offre loro motivazione ed energia per orientare le scelte di carriera e per proseguire lungo la strada dell’emancipazione che è prima di tutto culturale oltre che sociale ed economica. Dico di più – aggiunge Simoni - spero che, questo libro, venga letto anche dagli uomini, affinché possano cogliere l’altra parte spesso sommersa delle fatiche e dei sacrifici che hanno costruito la storia della Cooperazione. Le donne e le cooperative agiscono ogni giorno per cercare di smontare con i fatti quel comune pregiudizio che le vede marginali: le prime rispetto al mondo del lavoro di appannaggio maschile e le seconde rispetto al mercato dominato da imprese di capitali. Lo strumento per condurre questa battaglia quotidiana è l’informazione: far conoscere vissuti, emozioni, fatiche e traguardi. Perché la storia cooperativa non ha certo un solo genere, ma è il risultato dell’impegno, delle competenze e della professionalità di donne e uomini che insieme costruiscono mattone dopo mattone il futuro del nostro sistema”.
Non solo libro
L’evento è stato occasione per festeggiare i quindici anni di attività dell’Associazione che, a causa della pandemia, sono slittati dal 2020 al 2021.
Ricordiamo che l’Associazione Donne in Cooperazione ha l’obiettivo di potenziare e valorizzare la presenza delle donne nel movimento cooperativo, aiutando le cooperative a progettare modelli organizzativi innovativi, orientati alla conciliazione vita/ lavoro e promuovendo azioni a sostegno della conciliazione.
“L’ultimo di una ricca serie di progetti sviluppati nei primi tre lustri – spiega la presidente Martinelli - è una ricerca, un’analisi dei bisogni e delle esperienze delle famiglie trentine che hanno vissuto il periodo di restrizioni dovute alla pandemia, lavorando forzatamente da remoto e gestendo il tutto con bambini e adolescenti a casa in didattica a distanza. Il progetto è seguito da psicologhe e ricercatrici universitarie che hanno creato e diffuso un questionario dedicato. L’analisi dei risultati consentirà di fare numerose riflessioni su come si siano organizzate le famiglie trentine, anche in termini di genere”.