Cooperazione Salute: accordi pubblico-privato per garantire cure
Oltre 335mila gli assistiti di Cooperazione Salute che hanno usufruito nel 2022 di 170mila prestazioni. Gardini “La mutua sanitaria è un prezioso strumento di welfare contrattuale, occorre fare più rete con i sindacati”.
Aumenta la spesa sanitaria, ma diminuisce l’accesso alle cure. Visite specialistiche, odontoiatria, prevenzione, fisioterapia, assistenza domiciliare, sono solo alcune delle prestazioni sanitarie a cui gli italiani fanno fronte mettendo mano al portafoglio. Esborsi che non tutti possono permettersi, così dalle liste d’attesa infinite, ai costi elevati, sempre più persone rinunciano a visite ed esami. Un’inequivocabile barriera all’accesso alle cure sanitarie per il 4,2% della popolazione, a fronte di un 3,2% di persone che si ritrovano a rimandare per motivi economici (dati Istat 2022).
Dati preoccupanti secondo Cooperazione Salute, la mutua nazionale di Confcooperative, discussi nel panel organizzato a Palazzo Pirelli a Milano. Un confronto per approfondire il ruolo e le prospettive della sanità integrativa in relazione alla sanità pubblica a privata, quale strumento per promuovere l’accesso alle cure sanitarie di base.
“In 10 anni oltre 335.000 iscritti a Cooperazione Salute sono un grande risultato, ma per noi è solo un punto di partenza. La mutua sanitaria - dice Maurizio Gardini, presidente Confcooperative - è un prezioso strumento di welfare contrattuale soprattutto in un momento di forte inflazione e di aumento delle povertà tra cui anche quella sanitaria con il 7% degli italiani che rinuncia alle cure. L'auspicio è fare sempre maggiore rete con i sindacati per stabilizzare lo strumento nei contratti".
"Cooperazione Salute - dice Stefano Granata presidente Confcooperative Federsolidarietà - è potenzialmente uno strumento privilegiato per una trasformazione ed un urgente riconoscimento del lavoro sociale: dare vita ad una grande piattaforma capace di includere i lavoratori e i cittadini. Lo spirito cooperativo che la permea ci fa sperare che il benessere delle persone abbia precedenza rispetto ai modelli di business orientati unicamente al profitto".
“I nostri sistemi mutualistici non vogliono e non possono essere sostitutivi del SSN, ma devono agire secondo una.logica integrativa e sussidiaria. Ciò richiede - aggiunge Giuseppe Milanese presidente Confcooperatvie Sanità - un duplice sforzo da parte nostra: capire bene per chi produciamo, concentrandoci in particolare sulle aree di bisogno dek più deboli, spesso trascurate dal pubblico; integrare in poli di offerta no profit la ricchezza di offerta dele nostre cooperative, creando filiere in grado di presidiare anche i territori più svantaggiati”.
“Scopo della mutua Cooperazione Salute - dichiara il suo presidente Michele Odorizzi - è evidenziare come la sanità integrativa rappresenti un supporto indispensabile al Servizio sanitario nazionale. In particolare i risultati ottenuti da Cooperazione Salute nel corso degli anni confermano il modello mutualistico e cooperativo come uno dei protagonisti essenziali a sostegno delle persone e della collettività. Un modello non profit nel quale le risorse acquisite vengono costantemente reimpiegate a favore degli iscritti per migliorare le prestazioni e i piani sanitari”.
A dimostrarlo i dati sugli oltre 335 mila assistiti di Cooperazione Salute che hanno usufruito nel 2022 di oltre 168 mila prestazioni. Non solo rimborsi, ma anche accesso alle cure mediche e odontoiatriche a tariffe agevolate. In generale, tra la prestazione maggiormente richieste, il 23% riguarda le visite specialistiche, il 19% la diagnostica (ecografie, risonanze, PET, TAC), il 17% il rimborso dei ticket e il 15% le spese odontoiatriche. Nel corso di questi ultimi anni è inoltre stata attivata una copertura Long Termcare per gli iscritti ad alcuni piani sanitari senza costi aggiuntivi. Una tutela che garantisce una rendita mensile per la non autosufficienza per tutta la durata della vita.
MUTUE, PARTNERSHIP PUBBLICO PRIVATO PER SUPPORTARE I BISOGNI DI CURA
Il ricorso ad una copertura sanitaria integrativa o assicurativa nel 2022 riguarda una quota di poco superiore al 5% delle persone(dati Istat) che hanno dichiarato di aver effettuato visite specialistiche o accertamenti diagnostici. Nel 2023 il rapporto spesa sanitaria/PIL è sceso al 6,7% rispetto al 6,9% del 2022, arriverà al 6,2% nel 2026 (Documento Economia e Finanza 2023). Una condizione che “deve far riflettere” sulla necessità di cambiare il modello di accesso alle cure investendo in forme sussidiarie all’offerta pubblica. Una partnership che mira a sviluppare una cooperazione pubblico-privato, in cui il privato, a partire dal sistema mutualistico cooperativo, possa fare da pilastro al welfare del Paese e garantire a tutti la possibilità di curarsi senza aumentare la spesa out-of-pocket.
“Nella nostra esperienza le persone che beneficiano di un piano sanitario sono in condizione di tutelare maggiormente la propria salute, di rendere sostenibile la spesa sanitaria che rimane a carico dei singoli e delle famiglie e di accedere a campagne di prevenzione coordinate con i servizi pubblici locali nonché di fruire delle prestazioni sanitarie presso le strutture pubbliche o private, anche convenzionate, in un capillare e diffuso network sanitario nazionale. Prossimamente gli iscritti potranno avere la possibilità di essere supportati per definire un piano assistenziale per sé o per i propri familiari. È la forza del mutualismo, concepito da sempre per non lasciare indietro nessuno. Il quadro delle regole che si sta definendo non deve mortificare ma enfatizzare questa capacità di autorganizzazione delle persone” conclude Michele Odorizzi presidente di Cooperazione Salute.
Fonte: Ufficio Stampa Confcooperative