Cooperazione agricola italiana: un motore economico e sociale da 46 miliardi di euro
Lo confermano i dati contenuti nel rapporto di ricerca “La cooperazione agricola italiana: caratteristiche e rilevanza nel comparto agroalimentare", appena pubblicato e realizzato da CREA ed Euricse, che analizza in profondità la situazione delle cooperative agricole in Italia, mettendo in evidenza le loro potenzialità, le sfide e il ruolo fondamentale nel sostenere l'economia rurale e il sistema agroalimentare.
La presentazione si è tenuta a Roma durante un workshop che ha coinvolto esperti del settore e i principali attori dell’agroalimentare. Per Euricse sono intervenuti Eddi Fontanari, ricercatore senior e co-autore del rapporto, e Gianluca Salvatori, segretario generale.
In un contesto di crescente interesse per la cooperazione agricola, sostenuto dalla PAC e dal suo obiettivo di “Migliorare la posizione degli agricoltori nella catena del valore” dei PSP 2023-27, il CREA- Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia ed Euricse, l’Istituto di ricerca europeo sull’impresa cooperativa e sociale, hanno organizzato una mattinata di riflessione. Il workshop, tenutosi venerdì 13 dicembre a Roma, aveva l’obiettivo di rilanciare il tema della cooperazione agricola, promuoverne la conoscenza e stimolare il dialogo tra i principali attori del settore, per valorizzare il ruolo strategico del modello cooperativo nella filiera agroalimentare. Durante l’evento è stato presentato e distribuito anche il rapporto di ricerca, frutto della collaborazione tra CREA ed Euricse, che approfondisce la realtà delle cooperative agricole in Italia, attraverso un’analisi delle caratteristiche e del contributo economico e occupazionale, evidenziandone altresì le potenzialità e le sfide da affrontare in futuro.
Guardando ai dati contenuti nel report, nel 2023, la cooperazione agricola italiana ha confermato il suo ruolo strategico nel settore agroalimentare, con 4.268 cooperative agricole associate, in calo del 5,6% rispetto all'anno precedente. Nonostante la contrazione numerica, il fatturato del settore ha registrato un incremento del 9,1%, raggiungendo i 46 miliardi di euro, e l'occupazione è aumentata dello 0,9%, con 106.000 lavoratori impiegati. La base sociale conta attualmente 690.000 soci, segnando un lieve calo dello 0,5%. Il panorama del comparto mostra una forte specializzazione: le cooperative ortofrutticole rappresentano il 23,6% del fatturato, seguite da quelle zootecniche (21,5%), lattiero-casearie (17,7%) e vitivinicole (13,9%). Tuttavia, il settore olivicolo-oleario, sebbene rappresenti il 31,3% dei soci, contribuisce solo per lo 0,9% del fatturato, rivelando un potenziale di crescita.
La distribuzione territoriale evidenzia una marcata differenziazione tra il Nord e il Sud del Paese. Le cooperative più grandi e produttive si trovano principalmente nel Nord-Est, che genera quasi il 60% del valore economico e vanta un fatturato medio di 25,7 milioni di euro per cooperativa, con il Trentino-Alto Adige ai vertici, insieme all’Emilia-Romagna, rispettivamente, con 437,3 e 321,5 Euro di valore aggiunto generato per abitante. Al contrario, il Sud e le Isole, pur ospitando la maggior parte delle cooperative agricole, producono meno del 20% del fatturato nazionale, facendo registrare rispettivamente 36,6 e 47,7 Euro di valore aggiunto per abitante.
Dal punto di vista occupazionale, il settore conta oltre 143 mila posizioni lavorative, pari a quasi 92 mila lavoratori equivalenti full-time, con le province di Verona, Forlì-Cesena e Ravenna in cima alla lista. Più del 50% delle cooperative ha un fatturato inferiore a 500.000 euro, ma il 2% delle cooperative più grandi genera la metà del valore economico totale, dimostrando una forte polarizzazione.
Una delle principali problematiche per l’agricoltura italiana riguarda l’elevata parcellizzazione dei fondi agrari , che limita le economie di scala e il potere contrattuale delle aziende agricole, e necessita di una maggiore integrazione delle fasi a valle per aumentare il valore dei produzioni. La forma cooperativa sembra avere ancora molto da dire in tal senso, soprattutto nel Mezzogiorno e per talune colture. Per affrontare queste problematiche, la PAC 2023-2027 ha previsto un investimento di 1,3 miliardi di euro per la cooperazione, destinando il 70% dei fondi all'approccio LEADER e promuovendo iniziative come gli smart villages e il ricambio generazionale.
Il rapporto evidenzia i progressi della cooperazione agricola, il cui ruolo risulta fondamentale per migliorare la competitività e sostenere aree/economie rurali e montane. . Tuttavia, il suo impatto positivo su qualità, sostenibilità e reddito agricolo è spesso sottovalutato. Nonostante la resilienza dimostrata, la crescita delle cooperative è frenata, soprattutto in determinate aree del Paese, dalla scarsa nascita di nuove realtà e da strutture troppo piccole per competere a livello europeo. È quindi essenziale un maggiore supporto istituzionale e delle politiche di sviluppo rurale per rafforzare il modello cooperativo in agricoltura e, a livello più generale, nel comparto agroalimentare. Le filiere emergenti, come quella brassicola e del tartufo, offrono un'opportunità per valorizzare appieno le potenzialità delle cooperative agricole e favorirne la crescita. Altri settori storici, come quello olivicolo, necessitano invece di maggiori sforzi per sviluppare filiere integrate valorizzandone il prodotto finale sul mercato. Anche in questo caso, la cooperazione ha ampi margini di miglioramento e crescita.
Il Rapporto La cooperazione agricola italiana: caratteristiche e rilevanza nel comparto agroalimentare si può scaricare dal sito web di Euricse alla voce Pubblicazioni / Rapporti di ricerca. Il contributo dei ricercatori di Euricse al presente volume rientra nelle attività di ricerca promosse dall’Accordo di Programma tra la Provincia autonoma di Trento ed Euricse.
L’evento di presentazione che si è svolto a Roma può essere rivisto a questo link.