Consolida: assemblea dei soci tra sostenibilità e innovazione sociale
Il 2018 si chiude con numeri positivi sia per il consorzio che per il sistema delle cooperative sociali. La Presidente Cipriani: “Per continuare a garantire i diritti sociali delle persone che seguiamo e di chi lavora con noi, abbiamo bisogno però di una riforma delle politiche fiscali, di pianificazione a lungo termine degli investimenti sociali e di un ripensamento delle modalità di affidamento dei servizi".
Dalla presidente della Federazione Mattarei pieno riconoscimento al sociale: “La dialettica che ha caratterizzato gli ultimi mesi, anche se faticosa, ci ha permesso di rimettere a fuoco temi e priorità, e di ridefinire il senso di tutta la filiera cooperativa, di cui i consorzi sono un anello fondamentale".
È un bilancio positivo, per numeri ed obiettivi raggiunti, quello presentato dalla presidente Serenella Cipriani ai soci del consorzio: 50 cooperative sociali (di cui 30 di tipo A che si occupano di educazione e cura, 18 di tipo B che fanno inserimento lavorativo di persone svantaggiate) e due soci sovventori (Cooperfidi e Promocoop). Nel 2018 l’azione del consiglio di amministrazione è stata guidata dal principio della sostenibilità con lo sguardo rivolto al futuro. “La mission delle cooperative sociali - ha sottolineato la presidente - è messa alla prova inoltre da elementi di crisi quali la riduzione delle risorse pubbliche, le normative restrittive e un’attuazione ancora incompleta della riforma del Terzo Settore, ma anche dalla scarsa conoscenza, che qualche volta si trasforma in veri e propri pregiudizi, della politica e dei cittadini”. Questo però, per la presidente del consorzio, non deve fermare le imprese sociali che devono continuare a coltivare la capacità, anche in un contesto mutato, di dare risposte ai bisogni, ricercando costantemente il dialogo. Il 2018 – ha continuato Cipriani - è stato un anno di passaggi elettorali che hanno modificato la geografia degli interlocutori del sistema della cooperazione sociale: la presidenza della Federazione della Cooperazione e la configurazione del governo provinciale sono stati all’insegna della discontinuità. Da qui la necessità di risignificare il modo di essere percepiti e riconosciuti come attori importanti di questo territorio, interpreti dei bisogni della comunità trentina, che hanno contribuito a creare lavoro e benessere. “In questa direzione – ha sottolineato Cipriani - ci siamo mossi per rappresentare la nostra distintività non solo basata su elementi valoriali, ma sull’impatto che generiamo rispetto all’accessibilità ai servizi, all’inclusione sociale e lavorativa, al rispetto dell’ambiente. Contano i nostri principi ispiratori, la promozione umana e il benessere generale delle comunità, ma contano anche i numeri: i nostri circa 4500 lavoratori, di cui 600 lavoratori svantaggiati, i nostri 1200 volontari, i nostri 2650 soci e le numerose famiglie che incrociamo tutti i giorni (sono 19.000 gli utenti registrati nel 2017 attraverso la rilevazione ImpAct di Euricse). Siamo il 54% delle cooperative sociali iscritte all’albo provinciale; rappresentiamo oltre il 70% del valore della produzione e del Patrimonio netto complessivi, oltre il 60% del fatturato ed il 62% dei lavoratori.” Un riconoscimento pieno al sociale e al consorzio Consolida come hub che costruisce pensiero in grado di alimentare tutto il movimento, è venuto da Marina Matterei, presidente della Federazione trentina della Cooperazione presente in sala con il direttore Alessandro Ceschi. Secondo Mattarei “la dialettica che ha caratterizzato gli ultimi mesi, anche se faticosa, ci ha permesso di rimettere a fuoco temi e priorità e di ridefinire il senso di tutta la filiera cooperativa, di cui i consorzi sono un anello fondamentale.” La presidente di Federazione ha poi invitato Consolida ad allargare ulteriormente la propria capacità di essere punto di riferimento del sociale, includendo anche le cooperative che ora non ne fanno parte, e di incrementare il dialogo già aperto con il CLA per trovare punti di convergenza e sinergie con il mondo delle cooperative di produzione e lavoro. “Per continuare a garantire i diritti sociali delle persone che seguiamo e di chi lavora con noi – ha proseguito poi Cipriani –abbiamo bisogno di politiche pubbliche coordinate (tra i diversi settori e ai diversi livelli territoriali) e di una riforma delle politiche fiscali (mi riferisco in particolare a una revisione in tema di aiuti di stato e della fiscalità in generale ed al riconoscimento della qualifica di SIEG), oltre ad una pianificazione a lungo termine degli investimenti sociali. Altro tema è la modalità di affidamento dei servizi: il sistema degli appalti pubblici dovrebbe essere residuale, laddove possano essere adottate altre modalità di organizzazione – gestione dei servizi alla persona in grado di ottimizzare la qualità degli stessi e la continuità assistenziale.
Ai vicepresidenti Francesca Gennai e Giacomo Libardi è spettato il compito di descrivere i cantieri aperti e le direzioni dello sviluppo. Tra i progetti ricordati da Gennai quelli sul fronte della divulgazione e del confronto sui temi educativi, come il già consolidato festival Educa e la rassegna Educa Immagine, e il nuovo progetto nazionale presentato sul bando “Con i Bambini”, contro le povertà educative dedicato all’inclusione sociale dei ragazzi con disabilità. “Il tema della disabilità – ha spiegato Gennai - ci vede impegnati da alcuni anni con le cooperative nella sperimentazione di progetti di vita indipendente per persone con disabilità realizzati grazie a finanziamenti provinciali e del fondo sociale etika. Oggi siamo pronti a condividere un modello di servizio qualificato con le famiglie, le istituzioni e la comunità, che può rappresentare il primo zoccolo duro su cui costruire nei prossimi anni una vera e propria “Scuola dell’abitare inclusivo”. Lo studio e la ricerca devono poi proseguire per dare sostenibilità nel tempo a questi servizi, e per questo abbiamo elaborato un progetto di ricerca-azione sui trust e le fondazioni”.
Libardi si è invece concentrato sulle cooperative impegnate nei servizi al lavoro, in particolare quello di tipo B ma non solo, che rischiano paradossalmente una crisi da successo. “L’evoluzione di questi ultimi anni ha portato a crescere il numero e la dimensione delle cooperative di inserimento lavorativo proprio perché in grado di rispondere ai bisogni generati dalla crisi economica. Questa evoluzione si è accompagnata ad un aumento degli strumenti di intervento per il sostegno al lavoro che oggi rischiano però di sovrapporsi creando inefficienze e inutili competizione tra le organizzazioni. Occorre un confronto aperto con tutti gli interlocutori – quelli dentro il sistema cooperativo come il CLA, e quelli istituzionali come l’Agenzia del lavoro – per tornare a ragionare sul senso dei diversi attori, sulle sinergie e le collaborazioni per il bene comune”.
Alcuni Dati Economici
Il bilancio di Consolida ha registrato nel 2018 un valore della produzione, invariato rispetto all’anno precedente, di 9, 2 milioni € e chiude con un risultato sostanzialmente in pareggio (+ 16 mila €). Il patrimonio netto del consorzio è di quasi 1,8 milioni €, dei quali 810 mila € utilizzati per la partecipazione in imprese del sistema della cooperazione (tra cui 8 associate). Nel consorzio operano 97 lavoratori (di cui 64 nel Progettone, 19 nel Centro Risorse gestito per conto dell’Agenzia del Lavoro); il costo del personale è stato di circa 2,2 milioni €, che corrisponde al 24% dei costi. Il consorzio negli ultimi tre anni ha destinato 240 mila € per lo sviluppo delle associate finanziando progetti che hanno coinvolto 13 cooperative.
Fonte: Ufficio Stampa Consolida