Cassa Rurale di Trento, sì deciso dei soci verso il nuovo Gruppo
I soci si sono espressi a favore del cambio dello statuto che apre le porte all’adesione al Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca e hanno autorizzato la sottoscrizione del contratto di coesione che legherà la Cassa Rurale alla Capogruppo.
Il presidente Giorgio Fracalossi: “Continueremo ad essere al servizio del nostro territorio, a supporto di tante famiglie e imprese. L’obiettivo è quello di avere un credito cooperativo sempre più forte, per garantire alle persone un’operatività bancaria completa e competitiva”.
Ieri sera, presso il BLM Group Arena (ex Pala Trento), i soci della Cassa Rurale di Trento hanno approvato alla quasi unanimità i punti all’ordine del giorno delle due assemblee, una ordinaria (per la modifica del regolamento assembleare) e una straordinaria per la modifica dello Statuto Sociale e la delega al Consiglio di Amministrazione ad aumentare il capitale sociale. Tre passi fondamentali per formalizzare, da un punto di vista statutario, l’appartenenza al Gruppo Bancario Cooperativo Italiano già dal primo gennaio 2019.
Un’assemblea molto sentita, considerando che i votanti sono stati 1.788, dei quali meno di un centinaio attraverso delega, gli altri di persona. D’altronde si è trattato del passo conclusivo di un percorso di riforma avviato nel 2016 con il Decreto Legge che ha stabilito l’adesione a un Gruppo Bancario Cooperativo come condizione per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in forma di banca di credito cooperativo.
“Il Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca – ha detto il presidente della Cassa Rurale di Trento Giorgio Fracalossi – sarà una grande realtà imprenditoriale, capace di giocare un ruolo importante nel mercato bancario nazionale, avendo sempre al centro della sua azione le persone. L’obiettivo, infatti, è quello di avere un credito cooperativo più forte, garantendo a soci e clienti un’operatività bancaria completa e adeguata alle nuove esigenze, capace di generare ricchezza e valore per il territorio”.
Tra gli interventi istituzionali quello di Nicola Fioretti, sindaco di Aldeno in rappresentanza dei sindaci delle quattro municipalità dove opera la Cassa: Trento, Aldeno, Cimone e Garniga Terme. “Apprezziamo – ha detto – l’impegno di Cassa Centrale Banca nel giocare un ruolo alternativo alle grandi banche di capitali, facendo comprendere a tutti l’importanza della biodiversità bancaria e del mutualismo. Ben venga lo stile cooperativo per rendere sempre più competitivi i servizi. Con questo progetto migliorerà il mondo del credito”.
Il nuovo gruppo bancario potrà contare su una struttura composta da 87 istituti di credito cooperativo, presenti in 70 province dall’Alto Adige alla Sicilia, per un totale di 1.518 filiali e quasi 11 mila dipendenti. Una realtà strutturata, con un totale attivo pari a 73 miliardi di euro, un patrimonio di 6,8 miliardi e 44 miliardi di impieghi lordi. Numeri che evidenziano la solidità del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca, che presenta un Cet1 Ratio pari al 18,2%, il coefficiente di Gruppo più alto d’Italia.
Le due assemblee
La modifica del Regolamento (parte ordinaria dell’assemblea) è servita per adeguare il testo all’adesione al Gruppo Bancario, inserendo chiare procedure per la raccolta delle candidature (30 firme a sostegno), la presenza di precisi requisiti per i candidati (professionalità, onorabilità competenza correttezza dedizione di tempo ed indipendenza come previsto dalla legge), la verifica di questi requisiti (attraverso una commissione elettorale e poi da parte della Capogruppo) e la pubblicazione dei nomi del candidati (almeno 10 giorni prima dell’assemblea). La modifica del regolamento è avvenuta alla quasi unanimità (3 voti contrari).
Nella seconda parte dell’assemblea, alla presenza del notaio Paolo Piccoli, è invece stata proposta una votazione unica per i due punti all’ordine del giorno, cioè la revisione dello statuto e la delega al Cda per aumentare il capitale sociale. Dieci i soci che hanno prenotato il loro intervento, tra i quali il prof Carlo Borzaga (‘Sono convintamente favorevole. Ma stupito della schizofrenia del dibattito, a volte basato su convinzioni false: la Capogruppo non è scalabile e la riforma non è speculativa. Sono moltissimi i benefici di questo progetto: consentirà di dare più credito di quello che si può fare oggi; darà più garanzie ai risparmiatori, permetterà maggiore innovazione e minori costi di compliance, per esempio, ma anche minore concorrenza interna tra Casse Rurali’), il commendator Claudio Eccher (‘Bisogna cavalcare i cambiamenti altrimenti se ne resta travolti; bene che si voglia mantenere la nostra identità e il radicamento territoriale’), il direttore del Confidi Marco Paissan (‘Oggi un passaggio storico necessario; il compito di noi soci è dire sì e continuare a vigilare’), lo storico Luciano Imperadori (‘Avevo delle perplessità rispetto alla prima proposta di riforma ora invece con le modifiche portate avanti anche dal Trentino la ritengo un progetto positivo che salvaguarda l’autonomia’) per citarne alcuni.
Tre, invece, gli interventi critici o dubbiosi. Alla prova del voto il progetto è stato dunque promosso in modo netto, con 3 astenuti e 12 contrati su 1.784 voti validi.