120° bilancio Sait: cresce il fatturato, alle Famiglie cooperative oltre 5 milioni di ristorni
Il Consorzio della cooperazione di consumo trentina consolida i principali indicatori economici e si concentra sullo sviluppo.
Vendite a 316 milioni (+2,10%), utile a 1,8 milioni e patrimonio a 99,5 milioni. Alle Famiglie cooperative saranno distribuiti 5 milioni 250mila euro di ristorni.
Il totale delle risorse garantite ai soci - che si compone di margine, ristorni e sconti - ha raggiunto nell’esercizio 2019 i 97 milioni di euro, 4 milioni di euro in più rispetto all’esercizio precedente.
L’effetto Covid fa volare le vendite di oltre il 20%, ma c’è incertezza sul futuro soprattutto per l’andamento dei flussi turistici.
Il presidente Roberto Simoni: “la terribile epidemia ha messo in grande evidenza il ruolo delle nostre piccole Cooperative. La valorizzazione dei piccoli negozi di vicinato e di prossimità fa parte della nostra storia e caratterizzerà sicuramente anche il nostro futuro”. I piccoli negozi delle Famiglie Cooperative (< 400m2) detengono una quota di mercato del 75%.
Preoccupano le annunciate chiusure domenicali nelle zone turistiche. "Tra giugno e agosto 2019 le Famiglie cooperative in zone turistiche hanno fatturato tra i 7 e 8 milioni di euro, più della metà attribuibili agli ospiti non residenti"
Il direttore Luca Picciarelli: “l’efficientamento di Sait prosegue sui tre filoni dello sviluppo, stabilizzazione dei costi e rafforzamento di sistema.
Trento Sviluppo - la società proprietaria del Superstore di Trento - è passata in un esercizio da un passivo di 2 milioni ad un utile di 443mila euro”.
Le conseguenze economiche del Covid-19 si vedranno sui prossimi bilanci di Sait e Famiglie cooperative. Per ora, nei primi cinque mesi dell’anno, si può dire che gli effetti sulle vendite si sentono nell’ordine del 20,2% di incremento del fatturato, con punte fino al 31% per i negozi più piccoli.
Per il presidente di Sait Roberto Simoni questa crescita delle vendite nell’emergenza significa principalmente una cosa: “il ruolo insostituibile svolto dalle nostre piccole Cooperative, sia da un punto di vista meramente commerciale, garantendo, fra mille difficoltà, il costante approvvigionamento di tutte le referenze primarie nei nostri punti vendita e dall’altra più sociale, al fianco delle persone in difficoltà causa l’epidemia e degli anziani, consegnando le spese a domicilio, in modo gratuito e con tempi di consegna contenuti nell’arco della giornata”.
Di questo vanno ringraziati gli amministratori e il personale impegnato che ha dimostrato coraggio ed abnegazione. “La valorizzazione dei piccoli negozi di vicinato e di prossimità fa parte della nostra storia e caratterizzerà sicuramente anche il nostro futuro”, chiosa.
Preoccupano alcune discutibili scelte normative che rischiano di penalizzare i risultati delle Famiglie cooperative con la prevista chiusura domenicale in zone turistiche.
“Lo scorso anno nei tre mesi estivi – informa Simoni - le nostre Famiglie cooperative nelle zone turistiche hanno fatturato tra i 7 e 8 milioni di euro. Almeno la metà (con una stima prudentissima) sono attribuibili ai turisti. Con la chiusura si perderebbe un servizio apprezzato e anche una quota consistente di fatturato. Inoltre, non meno importante è la questione dell’occupazione. Ci sono centinaia di addetti stagionali attualmente in stand-by che rischiano di non venire occupati se i negozi chiuderanno la domenica”.
I numeri del 120esimo bilancio
L’emergenza del virus è piombata sulle Famiglie Cooperative dopo un anno, il 2019, che ha visto proseguire il percorso di miglioramento di efficienza dell’intero sistema della cooperazione di consumo trentina che fa perno sul Consorzio Sait.
L’esercizio sociale 2019 di Sait, il 120esimo della sua storia, si è chiuso con risultati soddisfacenti: le vendite complessive si sono attestate a 316.105.690 euro (+2,10%) e l’utile di 1,8 milioni dopo aver distribuito 5 milioni 250mila euro di ristorni alle Famiglie cooperative testimonia una gestione efficiente a vantaggio dei soci.
Il totale delle risorse garantite ai soci - che si compone di margine, ristorni e sconti - ha raggiunto nell’esercizio 2019 i 97 milioni di euro, 4 milioni di euro in più rispetto all’esercizio precedente.
Stabile anche l’indebitamento (posizione finanziaria netta) a 36,7 milioni, malgrado un piano di sviluppo che ha impegnato molte risorse, a partire dall’acquisizione e ristrutturazione del Superstore di Trento.
“Possiamo già apprezzare i risultati di questa operazione che si è conclusa nel 2019 con il passaggio delle quote al 100% a Trento Sviluppo – commenta il direttore generale Luca Picciarelli – dal momento che il risultato della società è passato da meno due milioni di euro a più 443mila dopo la totale ristrutturazione e riorganizzazione della struttura.
In generale – prosegue ancora Picciarelli – Sait è impegnato sui tre fronti dello sviluppo, della stabilizzazione dei costi e il rafforzamento di sistema. Ognuno di questi filoni va presidiato con il medesimo impegno e attenzione.
Abbiamo varato nuove condizioni di fornitura che consentono maggiore chiarezza e trasparenza, premiando la fedeltà. Un dato su tutti: negli ultimi quattro anni abbiamo diminuito i costi del 15%, pari a 6,4 milioni. Questo ci ha consentito di affrontare un piano di sviluppo ambizioso che prima non sarebbe stato possibile”.
Le quote di mercato di Sait e Superstore raggiungono su tutta la rete il 33,75% (metodo Nielsen), che però salgono fino al 74,84% per i negozi più piccoli, fino a 400 metri quadrati di superficie.
Il futuro dipende (anche) da noi
“Il futuro – afferma ancora il presidente Simoni - dipenderà anche da noi, al Consorzio il compito di realizzare bilanci virtuosi e politiche orientate all’efficienza, garantire adeguate politiche commerciali e fornire supporto e consulenza; alle singole Cooperative curare i negozi, adeguandoli alle mutate esigenze sanitarie e commerciali e curare i rapporti con la base sociale”.
Difficile però fare previsioni, almeno per l’immediato. La stagione turistica – prosegue Simoni - è più che mai incerta, e quindi le Famiglie cooperative potrebbero perdere in fretta quell’incremento di fatturato dovuto alla chiusura forzata in casa. A questo si aggiungono le perplessità relative ad alcune discutibili scelte normative che rischiano di penalizzare i risultati delle Famiglie cooperative in zone turistiche.
Lo scorso anno nei tre mesi estivi le nostre Famiglie cooperative nelle zone turistiche hanno fatturato tra i 7 e 8 milioni di euro. Almeno la metà (con una stima prudentissima) sono attribuibili ai turisti. Con la chiusura si perderebbe un servizio apprezzato e anche una quota consistente di fatturato.
Sicuramente questo periodo ci lascia in eredità una nuova coscienza rispetto ai temi della sostenibilità ambientale e le strategie di sviluppo del nostro Consorzio e delle nostre Famiglie Cooperative che dovranno promuovere l’innovazione e lo sviluppo, prestando grande attenzione alla sostenibilità, oltre che economica, anche ambientale per contribuire al rilancio ed al consolidamento di un’economia che faccia del benessere e della solidarietà economica e sociale due pilastri su cui costruire il nostro futuro”.