Non è mai troppo tardi
L'evento organizzato dalla Cooperativa Arcobaleno
Continuano le proposte culturali di ARCOBALENO, questa volta abbiamo la possibilità di conoscere o, per qualcuno di noi, di approfondire la conoscenza della figura straordinaria di Alberto Manzi, personaggio unico che fu il protagonista della trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, rimasta nella storia del nostro Paese e anche nell'orecchio delle persone più anziane. Sarà una serata particolare, perché la lettura, da parte di Nadia Cvek, Rosanna Sega e Paolo Tonelli, dei testi sul maestro verranno accompagnati dalle magiche animazioni di sabbia di Nadia Ischia.
“Non è mai troppo tardi” divenne un adagio che valeva per tante cose: nelle discussioni in famiglia su scelte varie o quando i genitori ti spronavano a fare o a studiare. La conoscenza di Manzi si è, per molti anni, limitata a questo senza avere avuto la curiosità o la possibilità di saperne di più. Per preparare le letture di oggi siamo stati costretti a scoprire molto di più di Alberto Manzi anche se non ha lasciato scritti che conducano al suo pensiero in modo organizzato e tali da essere facilmente utilizzati dagli educatori contemporanei. Insomma, non ha lasciato una summa del suo pensiero. Ha scritto cose bellissime per bambini da dove si evince il filo rosso che ha ispirato la sua vita di insegnante.
Dalla sua vita e dal suo pensiero emerge, come per tutti i profeti, una capacità insieme “naturale” e sconcertante, di capire il futuro e di coglierne i rischi. Nei prossimi pochi minuti scoprirete prima di tutto la sua quasi istintiva predilezione per l'educazione e l’insegnamento. Rivolti a tutti, giovani e adulti. È stato un pedagogista di altissimo livello e ha saputo traguardare la realtà con occhi aperti come sanno fare i profeti. Fin dal decennio ’50, in assoluta assenza delle tecnologie di cui disponiamo oggi compresa la televisione che era conosciuta da una esigua minoranza di benestanti, e senza sapere nulla di computer, telefonino, social vide i pericoli che tutto ciò avrebbe comportato come ostacoli che si frapponevano sulla strada della conoscenza e quindi che limitavano o conculcavano la libertà. Senza conoscenza non c'è libertà. Lo stesso vale per il suo “terzomondismo”. In particolare, in Italia esso è nato con il Concilio Vaticano Secondo fra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta. Alberto Manzi comincia a recarsi in America Latina dal 1955, tutti gli anni per vent’anni, nei due mesi estivi a insegnare a scrivere e a leggere agli indios delle Ande. Pensiamo che Nella storia dell’educazione e della pedagogia italiana Alberto Manzi va collocato nell’albo accanto a Danilo Dolci a fianco di don Lorenzo Milani e di padre Balducci affinché anche il suo esempio e insegnamento possano essere “usati” dalle generazioni attuali. Ce n’è tanto bisogno.